Intervista a Matt Anderson, Direttore di Woven
Parlaci del progetto Woven
L’idea alla base di Woven è stata formulata da Nick Rousseau, ora amministratore delegato, dopo aver scoperto attraverso i media il potenziale che gli insetti hanno come cibo del futuro. Dopo essere entrato in contatto con alcuni dei soggetti allora coinvolti nel settore, ha realizzato ci fosse bisogno di una organizzazione nazionale in grado di amplificare la voce di questi piccoli players, di metterli insieme e colmare il divario tra le aree all’interno del settore stesso.
Questa idea si è evoluta in quella di costituire una piattaforma per le imprese e i ricercatori, per ottenere l’accesso e imparare dalle esperienze degli altri, l’acquisizione di nuovi elementi per le forniture, la collaborazione con altri ricercatori, o consulenze legali. Ma l’elenco potrebbe continuare.
Il nostro primo evento sarà una conferenza congiunta con la Royal Entomological Society che si terrà l’11 aprile presso l’Università di Nottingham (dettagli e prenotazioni qui).
Pensi che i nuovi regolamenti sui Novel Food saranno sufficienti a far decollare il settore?
Il processo di applicazione delle normative sui Novel Food sarà uno dei temi su cui Woven si concentrerà nel corso dell’anno, in quanto di grande interesse per i nostri membri e per le imprese europee del settore nel complesso. Anche se, a mio parere, classificare i prodotti a base insetti commestibili come Novel Food non è necessariamente corretto (ragionando globalmente), i regolamenti sono comunque essenziali per un settore in crescita come questo, dove alcune preoccupazioni ancora possono annidarsi tra i consumatori (ad esempio per gli allergeni o il contenuto microbico).
L’agenda di Woven per quest’anno è concentrata nel lavorare con il British Standards Institute (BSI) per arrivare a stilare normative specifiche di settore, cui dovranno attenersi tutti coloro che vi operano. L’obiettivo, come in qualsiasi altro settore dell’alimentare, è non solo proteggere la salute dei consumatori e la loro soddisfazione, ma anche per proteggere quegli imprenditori e quelle aziende attualmente sul mercato che fanno correttamente il loro lavoro. L’ultima cosa che vogliamo è che nuove società possano iniziare a vendere prodotti a base di insetti commestibili che possano mettere a rischio la salute dei consumatori, causando enormi problemi per tutto il settore non solo a livello nazionale, ma a livello globale.
Per quanto riguarda il “decollo”, è chiaro che questo settore ha già abbastanza slancio per andare oltre la soglia della “moda passeggera”, è solo una questione di tempo ormai: nel mondo ci sono troppi soggetti che hanno investito nel business degli insetti commestibili perché questo slancio possa diminuire.
Come Direttore di Woven, cos’altro chiederesti alle Istituzioni della UE?
In primo luogo vorrei ci fossero persone nelle organizzazioni come l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) disposte a collaborare per lo sviluppo del settore. Spesso lo sviluppo normativo causa rallentamenti nello sviluppo delle imprese, e questo è particolarmente vero se i decisori non sono aperti all’idea di cambiamento. Un buon esempio è quello che è recentemente successo nella FAO, dove prima c’era Paul Vantomme a difendere e promuovere il settore, ma dal suo “pensionamento” nessuno è stato ancora nominato nel suo ruolo.
Quanto è importante l’azione di lobbying per questo settore in rapida crescita?
L’azione di lobbing presso le Istituzioni sia a livello europeo che nazionale sarà senza dubbio molto importante, ed è in questo contesto le organizzazioni nazionali rappresentative come WOVEN, VENIK (Paesi Bassi), FFPIDI (Francia), e IPIFF (Belgio) saranno di reale beneficio per l’industria europea degli insetti commestibili.
Avere un portavoce condiviso servirà per migliorare le relazioni con le istituzioni della UE, o abbiamo bisogno di agire a un livello più alto, come la FAO per esempio?
Si tratta solo di gerarchia: una organizzazione nazionale che rappresenta diverse aziende e diverse ricercatori avrà una voce molto più forte di singoli soggetti, e questo in ultima analisi è quello che serve in partenza a ogni paese europeo seriamente intenzionato a sviluppare il settore. Queste organizzazioni nazionali hanno a loro volta bisogno di avere un certo grado di cooperazione per essere più efficaci nell’azione.
Come sta crescendo il mercato degli insetti commestibili nel Regno Unito?
Il Regno Unito è finalmente riuscito a mettersi al passo con paesi come Olanda e Belgio, con sempre più imprenditori interessati al business dei prodotti a base di insetti. Per quanto ne so, non ci sono ancora aziende agricole operanti a livello industriale con una produzione rivolta esclusivamente ai mercati dell’insetto commestibile come alimento o mangime, ma questo cambierà nel corso dei prossimi due mesi con l’avvio di due o tre progetti. Giocatori molto più grandi stanno cominciando ad interessarsi del settore, e qui il gioco si sta facendo davvero eccitante!
Una delle cose Woven sta cercando di fare è avere un chiaro quadro del settore per com’è attualmente nel Regno Unito, quindi per coloro che ne sono coinvolti abbiamo pubblicato un paio di brevi sondaggi (uno per le imprese e uno per i ricercatori). I risultati saranno presentati alla conferenza nel mese di aprile (con rispetto della privacy per quanto riguarda la diffusione di informazioni, ovviamente).
Pensi che continuare mostrare gli insetti “ così come sono” potrebbe essere comunicativamente un approccio negativo per un settore che alcuni dicono abbia invece bisogno di normalizzazione?
Ho sensazioni diverse su questo tema al momento, perché mentre credo sia importante per le persone a venire “faccia a faccia” con gli insetti commestibili per aiutare a normalizzare l’idea di cibarsene, è vero anche che la maggior parte dei consumatori del Regno Unito non è ancora pronta per questo e che quindi questo tipo di comunicazione può avere l’effetto contrario rispetto a quanto ci si era proposti. Solo le persone con una mentalità culinaria più aperta o quelle che già sono per altri motivi interessate agli insetti come sono attualmente pronte per gli insetti interi, quindi probabilmente può fare più male che bene. Penso sia meglio approcciare il mercato con prodotti a base di farine, con barrette proteiche come quelle di Eat Grub o Crobar, o attraverso prodotti più saporiti come hamburger o pasta. Insomma, quelli in cui l’insetto intero non è visibile.
Qual è il futuro dell’entomofagia nel mondo occidentale?
E’ difficile negare il momento favorevolissimo che il settore sta vivendo, e molti pensano che questo sia ora abbastanza esteso e strutturato da essere inarrestabile. Naturalmente abbiamo ancora alcune sfide da affrontare qui in Europa, ma con un’adeguata cooperazione tra tutti i players superarle non sarà un problema. Quello che non sappiamo è quando questo degli insetti commestibili diventerà un mainstream-market, ma ancora una volta ormai è solo questione di tempo. Nel frattempo, dobbiamo fare in modo che, mentre è ancora giovane, l’industria si protegga facendo in modo che tutte le caselle riguardanti salute&sicurezza siano spuntate e tutti gli operatori siano concentrati sul fornire ai consumatori prodotti di alta qualità.